sabato 4 giugno 2011

Intervista.

... «Non capisco come sia possibile fare una cosa del genere» postillò il giovane al termine del racconto «I poliziotti hanno trovato una bottiglia d’alcol vuota a qualche metro di distanza. Gli hanno dato fuoco di proposito, si rende conto?»
Nazario simulò uno sguardo mesto e gravido d’indignata consapevolezza. «Sono incappato in altri casi simili, negli ultimi mesi. Gli investigatori sospettano si tratti di giovanotti della Milano bene in cerca di emozioni forti.»
L’altro strabuzzò gli occhi.
«È pazzesco da credersi, vero? Come si suol dire: succede anche nelle migliori famiglie. Li prenderanno. Quei miserabili hanno le ore contate. Grazie per la collaborazione e scusi se l’ho trattenuta oltre il necessario.»
Il ragazzo levò le tende muovendosi alla maniera di un burattino, senza nemmeno chiedergli per quale testata scrivesse. Lui raggiunse lo sportello dell’autolettiga e bussò sul finestrino. Il conducente lo abbassò prontamente.
«Ce la farà?» gli domandò senza bisogno di fingersi preoccupato.
«Non credo, amico. Servirebbe un miracolo.»
«Una vera tragedia.»
Detto ciò, si complimentò anche con il volontario della Croce Rossa e si diresse verso la Mercedes.
 
 
Tratto dal romanzo "Sette giorni", di Andrea Barillà, edito da CIESSE Edizioni.
 
 

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