lunedì 20 giugno 2011

Nascita.

... Solo allora si ricordò del marito, spettatore ammutolito di fronte alla grandiosità degli eventi. Nel momento in cui voltò la testa, vide le stesse, potenti sensazioni trasparire dallo sguardo di Enrique, che durante la gravidanza aveva dormito al suo fianco con un occhio aperto ed entrambe le orecchie tese; la sua era l’espressione sfavillante di chi abbia contribuito a realizzare qualcosa d’immenso, di quanti si siano impegnati per fare del loro meglio, immedesimandosi appieno in un’altra persona. Cercò con insistenza gli occhi estasiati, inorgogliti. Quando se ne accorse, il compagno interruppe la contemplazione e le posò una mano sulla spalla madida di sudore. Nello stesso tempo sfiorò con cautela la schiena del fagotto, dando origine ideale a un cerchio perfetto, il cui piccolo arco mancante era miracolosamente giunto.
«È un bel maschietto.»
«Lo vedo» rispose con voce rotta.
«È perfettamente sano, anche se la sua nascita rappresenta qualcosa d’indiscutibilmente inusuale» aggiunse il dottor Delgado, scosso nonostante l’esperienza ventennale gli imponesse di sposare la calma.
«L’importante è che sia qui, in salute» replicò annuendo decisa, rivolta più a se stessa che al ginecologo.
«Dobbiamo procedere con i primi controlli sul neonato» proseguì il medico. Enrique gl’indirizzò uno sguardo speranzoso. «Se vuole, può accompagnare l’infermiera» lo accontentò Delgado. Il padre assentì grato, poi diresse un’occhiata altrettanto ottimista verso Danita.
 
Tratto dal romanzo "Antipodi", di Andrea Barillà, edito da CIESSE Edizioni.

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