venerdì 17 giugno 2011

Alter ego.

... L’altro entrò in casa ghignante. Il pendolo alla parete si arrestò. La madre lo attendeva nella sala, le dita delle mani intrecciate. «Il tempo è giunto, figlio mio» mormorò inginocchiandosi. Poi scoppiò in lacrime. Lui avanzò tendendole la mano. La donna l’agguantò e la baciò con foga, bagnandola del proprio pianto.
«Sì. Finalmente.»
Mentre rispondeva alla madre china di fronte a sé, le iridi s’iniettarono di sangue e le pupille, nonostante la penombra, si fecero piccole come quelle di un gatto alla piena luce del sole. Il potere non era mai stato così grande. La necessità di manifestarlo mai così urgente. Il padre fece capolino alle loro spalle e, osservata la scena, scappò in camera da letto. Quando vi giunse, trafelato, estrasse dal comodino un rosario che iniziò a sgranare febbrilmente, nella speranza che le preghiere potessero compensare la sua insanabile codardia e, il Signore li aiutasse, impedire l’inevitabile. Nel frattempo la casa incominciò a tremare fin nelle fondamenta.
 
Tratto dalla raccolta di racconti "Le inclusioni del diamante", di Andrea Barillà, edito da CIESSE Edizioni.

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