martedì 24 maggio 2011

Gli scagnozzi.

   ... Il segugio afferrò il cellulare, che si era messo a vibrare.
   «Ce l’avete?»
   «È capitato un imprevisto.»
«Che minchia dici!»
«Moreno ci ha preceduti e l’ha presa.»
L’apprendista vide la mascella del compagno serrarsi, mentre una serie di strepiti incontenibili fuoriusciva dal telefono.
«Lo abbiamo seguito fino al deposito dell’esposizione» proseguì il tirapiedi.
«Tenetelo d’occhio fino al mio arrivo. Da lì non deve muoversi.»
Subito dopo avere appoggiato il cellulare sul cruscotto, il segugio si rivolse al socio, che lo stava guardando con apprensione male occultata. «Tutto sommato l’ha presa bene. Ci sta raggiungendo.»
«Il capo?»
«Nooo, sua nonna!» ribatté scuotendo la testa: ogni tanto il tizio che gli avevano appioppato si dimostrava una palla al piede. Poi estrasse uno specchio da toeletta, lo appoggiò sulle ginocchia, infilò la mano in tasca, la fece uscire insieme a una bustina contenente polvere bianca, ne versò una piccola quantità sul vassoio di fortuna, la spezzettò alla meglio utilizzando la carta di credito, compose due strisce delle medesime dimensioni, recuperò la sempreverde banconota, l’arrotolò con precisione e, da ultimo, la inserì in una narice.


Tratto dal romanzo "Antipodi", di Andrea Barillà, edito dalla CIESSE Edizioni.

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