lunedì 23 maggio 2011

Il maggiordomo.

    ... Trasse un respiro profondo e si avviò verso il maniero, pensando che la madre avrebbe avuto meno da ridire circa le sue frequentazioni, se fosse venuta a conoscenza del contesto in cui si svolgeva la missione attuale. Prima di raggiungere il portico attivò il micro-registratore, nella speranza che Moreno non fosse così circospetto da accorgersi che indossava la stessa cravatta. Per non dire dell’abito. Come iniziò a montare sui gradini che separavano il verde fiabesco dalla costruzione favolosa, un tale travestito da pinguino ne uscì tutto impettito. «Il signor Ortega?»
  «In persona.»
«Benarrivato, signore. Il dottor Moreno la sta aspettando.»
La voce apparteneva a colui che poco prima gli aveva risposto all’interfono. Leo dovette trattenersi dallo scrutarlo in maniera sfacciata; non aveva mai visto un abbigliamento del genere, nemmeno appeso a una gruccia né aveva conosciuto essere umano provvisto di un portamento così sofisticato. Il pinguino lo fece accomodare senza guardarlo negli occhi; nell’alta società doveva essere considerato un gesto di sfida inammissibile. A lui parve una condotta al limite della maleducazione, d’altronde l’uomo svolgeva un onesto impiego per sbarcare il lunario. Decise di togliersi uno sfizio: lo sognava da una vita. Dopo che l’uccello marino ebbe serrato le inferriate, gli si piazzò davanti e si mise a fissarlo con insistenza. Il pinguino gonfiò ulteriormente il petto, portando le mani dietro la schiena per inserire il palo di ordinanza più a fondo nel sedere.

Tratto dal romanzo "Antipodi", di Andrea Barillà, edito da CIESSE Edizioni.

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